sabato 22 aprile 2017

Il Sindaco Cisint di Monfalcone; tra leggenda urbana ed aspettative al di sopra della realtà.

Il Sindaco di Monfalcone, Annamaria Cisint è oggetto di dicerie a livello di 'leggenda urbana', alcune delle quali vi narro a seguito. Ha saputo creare aspettative notevoli per la sua carica istituzionale, ma tanto alte sono le aspettative dell'elettorato tanto è facile un tonfo enorme e clamoroso.




Ha saputo creare una rete fittissima per il contatto con il pubblico tra uffici e delegati per gli incontri e chi per conto dell'Amministrazione promuove le iniziative di particolare interesse, cioè continuare a tessere la trama per le regionali, in rete, cioè, in Facebook.

Il punto oscuro è che se anche si ha un'incontro con un'Assessore o delegato di questi poco si può fare a risolvere le singole situazioni. Questo però si guardano bene dal dirlo. Mia opinione, tutto fumo e 'zero' arrosto.

Riguardo le 'leggende urbane' ve ne racconto solamente quelle che ritengo più significative e delle quali sono stato uno dei due protagonisti.

Parlando con un'anziano in corriera l'altra mattina: ' .... ma hai visto ci sono meno "banga" in piazza da quando c'è la Cisint.' Le  ragioni di questo fatto, se fosse vero, non le ritengo proprio dovute al nuovo Sindaco.

Un'altra persona  ' ...... il Sindaco decide chi va a lavorare alla Fincantieri'. Altra affermazione alla quale non ho saputo cosa rispondere e mi ha lasciato a dir poco alibito.




Anna Maria Cinint Sindaco di Monfalcone ha i poteri di Superman, anzi Supergirl.  Leggende urbane sulle strade di Monfy ......

( Curiosità: immagine di sfondo usata in altre circostanze: una telenovelas.)

Ma tornando alla realtà .....







Del patrimonio pubblico che il Comune decide quale parte mettere i vendita, ci sono un bel pò di appartamenti che l'Amminnistrazione non ha nessuna intenzione di assegnare. Il motivo per cui posso affermare questo è che le richieste d'incontro per la verifica di fattibilità dei progetti che ho presentato riguardo il 'problema Casa'  non hanno avuto ancora seguito; presentati ad inizio mandato, poco dopo le elezioni.




Quindi l''Emergenza Casa' a Monfalcone non c'è più e l'Alta Tensione Abitativa si riduce al 'controllo degli abusivi'. 














 Il mio non è un punto di vista di parte come facilmente si può credere. Sono solamente smaliziato riguardo gli Eroi 'salvapopolo' ed in particolar modo in periodo di pre-elezioni regionali del 2018. Conoscendo in modo abbastanza approfondito le funzioni delle Amministrazioni locali è facile comprendere cosa si possa realizzare o meno.

Sino ad ora i problemi reali che ho posto all'attenzione della Giunta di Monfalcone non hanno avuto risposta concreta. Gli appuntamenti che ho richiesto con diversi Consiglieri dopo quindici giorni nemmeno fissati. Forse pure questa Giunta mi ha bollato come 'intoccabile' e mi emargina dalla scena politica locale. Facile tutto questo.

Lo scopo ultimo è dare l'impressione di 'muoversi' sino al prossimo anno quando tutto si accentrerà per le elezioni regionali del 2018. Alla fine sino ad ora è quanto ho visto, tanto fumo e nemmeno da lontano l'arrosto. Mi auguro di sbagliare, ma solamente i fatti saranno a smentirmi.




Parcheggio a Panzano per gli operai Fincantieri. Parcheggi per i residenti, il 'tappabuchi' per le promesse elettorali per il parcheggio che nn si farà. Si cerca il consenso dei residenti cercando di risolvere così la perdita di consenso per la mancata realizzazione del parcheggio. Ma questa è un'altra storia ancora ..... .







Alla fine stringi stringi sono una persona pacifica, solamente non sopporto chi racconta bugie e si fà scherno della credulità popolare abusando della propria carica istituzionale.





Ho sempre la speranza di dovermi ricredere, ma ..... 

a buon intenditor poche parole.


Gilberto Mattei












domenica 1 gennaio 2017

L’IMPORTANZA DELLE FABBRICHE


Nota soprastante aggiunta dalla regazione de' Il Golem Blog', tratta da " Boris Eltsin - Diario di un Presidente ".


Forse che torna in auge la questione operaia?


La sconfitta elettorale a Monfalcone, storica città di sinistra, era prevedibile, non nelle dimensioni così ampie, nella sostanza però sì. Il vaso era già colmo da tempo, ma la classica goccia che ha fatto traboccare l’acqua è stato il patteggiamento nel caso del processo amianto, verso Italcantieri, per soli 140.000 euro, una cifra irrisoria considerando l’ampio numero di operai e vedove ammalati di mesotelioma e il picco dell’incidenza di questa patologia previsto per il 2020-5, cioè appena adesso. L’emergenza non è risolta, è ora nel suo pieno e, sebbene questi soldi permettano di aprire un centro amianto all’ospedale cittadino di San Polo, le associazioni delle vittime dell’amianto hanno trovato la cifra modesta. La struttura sanitaria è sotto pressione, anche per i lunghi tempi di attesa al pronto soccorso, anche a causa della criticata riforma Telesca-Serracchiani, che trasforma gli ospedali in centri di pronto soccorso, mentre i ricoveri vengono accorciati nella durata, così come è prescritto da una direttiva dell’Ue. E la gente non ci sta, non lo accetta più. Perché è proprio di questo che si sta parlando: a Monfalcone le persone hanno sopportato di tutto per anni, dalla giungla di appalti-subappalti e persino subappalti di subappalti, che hanno abbassato la legalità e la qualità del lavoro in Fincantieri, tanto che la Carnival ha poi tolto la commessa di una nave da crociera e la Fincantieri è andata per ben 6 mesi in cassa integrazione. Negozi, bar e ristoranti chiudevano ogni settimana, i grillini hanno contato 140 serrande abbassate in città, mentre un pezzo di elettorato abbandonava il centro-sinistra, parallelamente alla perdita di pil, stimata in mezzo punto di percentuale all’anno. L’altra elezione si era andati al ballottaggio, un segnale di difficoltà sottovalutato da una classe dirigente troppo borghese e convinta che fosse loro dovuto stare a galla avanti. E dovuto non è più. La sberla è stata potente al primo turno, pure peggiore al secondo e non sarebbe una novità, né per il Pd regionale ( perse Trieste, Pordenone, Cordenons, Codroipo, Monfalcone e scisso in due parti il partito a Ronchi dei Legionari, solo nell’ultima tornata elettorale), oltre alle forti batoste nazionali (Roma, Torino, Napoli, Grosseto, Novara, deboli a Milano e Bologna), ma nessuno ha rassegnato le dimissioni e questo attesta quanto i politici  siano lontani da chi non li vota e non li vuole più avanti.      

        
Il parallelismo più significativo è con il caso Torino: la Fiat, ormai una multinazionale neoliberista, va in cassa integrazione e chiudono bar, negozi e ristoranti, anche nel centro storico, tanto che oggi Torino è considerata la città del Nord Italia, con più poveri e disoccupati in rapporto agli abitanti, peggio della Milano del post-Berlusconi. Fassino cade dalle nuvole e continua imperterrito, però  all’opposizione. Ma capire che è finita la loro stagione politica ed è ora di andare in pensione, no? Morale della favola, come diceva mio nonno, tubista capo dell’Italcantieri, con la tessera della Cgil: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.”  



 Colgo l'occasione per porgere gli auguri di buon anno nuovo.                                                    
Monica Ravalico 

Facebook.com/VERITA-e-Giustizia

Sito ufficile




Il Piccolo 11 dicembre 2016


























Buon anno 2017, vediamo che succede.