domenica 1 gennaio 2017

L’IMPORTANZA DELLE FABBRICHE


Nota soprastante aggiunta dalla regazione de' Il Golem Blog', tratta da " Boris Eltsin - Diario di un Presidente ".


Forse che torna in auge la questione operaia?


La sconfitta elettorale a Monfalcone, storica città di sinistra, era prevedibile, non nelle dimensioni così ampie, nella sostanza però sì. Il vaso era già colmo da tempo, ma la classica goccia che ha fatto traboccare l’acqua è stato il patteggiamento nel caso del processo amianto, verso Italcantieri, per soli 140.000 euro, una cifra irrisoria considerando l’ampio numero di operai e vedove ammalati di mesotelioma e il picco dell’incidenza di questa patologia previsto per il 2020-5, cioè appena adesso. L’emergenza non è risolta, è ora nel suo pieno e, sebbene questi soldi permettano di aprire un centro amianto all’ospedale cittadino di San Polo, le associazioni delle vittime dell’amianto hanno trovato la cifra modesta. La struttura sanitaria è sotto pressione, anche per i lunghi tempi di attesa al pronto soccorso, anche a causa della criticata riforma Telesca-Serracchiani, che trasforma gli ospedali in centri di pronto soccorso, mentre i ricoveri vengono accorciati nella durata, così come è prescritto da una direttiva dell’Ue. E la gente non ci sta, non lo accetta più. Perché è proprio di questo che si sta parlando: a Monfalcone le persone hanno sopportato di tutto per anni, dalla giungla di appalti-subappalti e persino subappalti di subappalti, che hanno abbassato la legalità e la qualità del lavoro in Fincantieri, tanto che la Carnival ha poi tolto la commessa di una nave da crociera e la Fincantieri è andata per ben 6 mesi in cassa integrazione. Negozi, bar e ristoranti chiudevano ogni settimana, i grillini hanno contato 140 serrande abbassate in città, mentre un pezzo di elettorato abbandonava il centro-sinistra, parallelamente alla perdita di pil, stimata in mezzo punto di percentuale all’anno. L’altra elezione si era andati al ballottaggio, un segnale di difficoltà sottovalutato da una classe dirigente troppo borghese e convinta che fosse loro dovuto stare a galla avanti. E dovuto non è più. La sberla è stata potente al primo turno, pure peggiore al secondo e non sarebbe una novità, né per il Pd regionale ( perse Trieste, Pordenone, Cordenons, Codroipo, Monfalcone e scisso in due parti il partito a Ronchi dei Legionari, solo nell’ultima tornata elettorale), oltre alle forti batoste nazionali (Roma, Torino, Napoli, Grosseto, Novara, deboli a Milano e Bologna), ma nessuno ha rassegnato le dimissioni e questo attesta quanto i politici  siano lontani da chi non li vota e non li vuole più avanti.      

        
Il parallelismo più significativo è con il caso Torino: la Fiat, ormai una multinazionale neoliberista, va in cassa integrazione e chiudono bar, negozi e ristoranti, anche nel centro storico, tanto che oggi Torino è considerata la città del Nord Italia, con più poveri e disoccupati in rapporto agli abitanti, peggio della Milano del post-Berlusconi. Fassino cade dalle nuvole e continua imperterrito, però  all’opposizione. Ma capire che è finita la loro stagione politica ed è ora di andare in pensione, no? Morale della favola, come diceva mio nonno, tubista capo dell’Italcantieri, con la tessera della Cgil: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.”  



 Colgo l'occasione per porgere gli auguri di buon anno nuovo.                                                    
Monica Ravalico 

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Il Piccolo 11 dicembre 2016


























Buon anno 2017, vediamo che succede.